Facing our waste
2023
Installazione di quattro elementi
acciaio, oggetti, materiali vari, vernice
«Consumo, dunque sono» è l’imperativo categorico dell’era postmoderna, è il postulato concepito dal sociologo polacco Zigmunt Bauman che, parafrasando quello cartesiano, indica con acuta ironia la formula che permette all’uomo contemporaneo di avere piena consapevolezza di sé.
La società dei consumi, l’“affluent society”, caratterizzata da una forte espansione e “democratizzazione” dei beni, ha nel tempo posto le condizioni per lo sgretolamento del tessuto sociale e per la crisi di identità dell’uomo contemporaneo. Affrancatosi infatti dall’idea di conservare, intesa come preservare se stesso e l’ambiente in cui vive, l’homo consumens ha trasformato la società post-moderna in un luogo di produzione di rifiuti, di scarti e di incertezze, dove stabilità e durata sembrano valori desueti e incomprensibili, in un ciclo incessante di rinnovamento e rimozione.
In un contesto dove precarietà e frammentazione rendono difficile ridefinire la propria dimensione le opere di Tironi sembrano rappresentare un collegamento tra la materia viva e quella inerte, tra ciò che sta dentro e fuori di noi, dal momento che nessuna materia può essere distrutta ma solo trasformata; pensiamo alle plastiche che derivano dal petrolio a sua volta formato dalla sedimentazione di materiale organico, oppure agli elementi inquinanti che vanno a confluire nell’atmosfera, nell’acqua e nel suolo per poi essere assorbiti in parte dagli esseri viventi.
L’installazione “Facing our waste” vuole farci riflettere sulla trasformazione che interessa l’uomo attraverso l’insinuarsi di elementi dannosi che modificano la nostra esistenza sia a livello biologico ma anche e soprattutto a livello socio-culturale e psicologico.
Nella società vorace e materialista i beni di consumo, superata la loro funzione puramente utilitaristica, prendono parte al processo di auto-identificazione, come “status symbol” e diventano uno specchio della società stessa, con i suoi gusti, abitudini e le sue patologie. Mentre noi creiamo gli oggetti essi danno forma alla nostra identità rendendo visibili le nostre opposizioni o adesioni ai valori culturali e instaurando con noi un rapporto di tipo dialettico.
Assemblate come un mosaico tridimensionale le opere in mostra diventano un ritratto antropologico della società anche attraverso il rimando alla classicità, se pur in modo ironicamente celebrativo, come ricerca di una forma perfetta e armonica.
Nell’intento di questo progetto c’è la volontà di rendere di nuovo visibili i materiali di scarto come macerie di un ideologia, portandoli in un contesto museale in quanto luogo dove contemplare i prodotti della nostra cultura e nel caso specifico dell’Ex Ateneo, in un luogo collegato storicamente sia alla scultura, essendo nato nei primi dell’ottocento come museo di antiche lapidi e sia al sapere in generale, in quanto fu per un secolo e mezzo sede delle Accademie di scienze, lettere e arti.